Tutti insieme a tavola
All’ora del pasto, sia che siamo in famiglia o tra amici o tra colleghi di lavoro, c’è sempre qualcuno che richiama l’attenzione, dicendo (più o meno): “è pronto! venite a tavola!”. Da quel momento tutti ci sentiamo parte di un gruppo, siamo più propensi a scambiarci esperienze ed opinioni e iniziamo a socializzare. Con l’occasione del consumo del pasto, ci conosciamo meglio, scopriamo interessi comuni, siamo meno formali e più genuini.
Quando poi arriva il nostro turno per ricevere il cibo nel piatto, siamo riconoscenti a chi ha preparato le pietanze, ma non sempre ci soffermiamo a pensare che chi sta in cucina ha spesso il merito e la responsabilità di favorire la convivialità ideale per la socializzazione tra i commensali.
Nel piccolo della nostra realtà domestica, in famiglia, di solito sono i genitori che si occupano di preparare il pranzo o la cena e sarebbe meglio cooperare tutti in modo da facilitare il compito di chi organizza il menù e cucina.
Approfittiamo quindi del rito della tavola per trasmettere ai figli un corretto rapporto con il cibo, con l’intento di tenerli lontani dal rischio di seri disturbi psicologici come la bulimia o l’anoressia. I genitori possono dare l’imprinting della corretta alimentazione, educando i bambini a considerare il cibo come un elemento di tradizione e di cura che unisce la famiglia, ma che non può essere motivo di costrizione né per i figli, né per chi deve cucinare.
Questo è sinteticamente il nostro pensiero e comunque ci si può meglio documentare su questi argomenti leggendo testi specifici. Per concludere con un tocco di leggerezza, ecco una storiella sul tema.
Regola del giorno: “Prepara un unico pasto per tutta la famiglia”
“Oggi preparerò pasta integrale con i broccoli” Questo stava pensando mamma Clara “anche se ai miei bambini non piace un granchè, sarebbe ora per loro che imparino… è un bene liberarsi dalle abitudini, non si devono sentire al sicuro solo nel loro guscio… dovranno pur provare qualche nuovo gusto, qualche nuova emozione… e io sarò felice e irradierò la mia contentezza verso di loro e spero reagiscano bene, superando una volta tanto i puntigli da bambini che li frenano”.
Queste erano le associazioni mentali e le intuizioni di Clara, quando si accingeva a preparare la pasta con i broccoli. Comunque, nel cucinarla cercò di evitare sapori troppo decisi o piccanti.
Il momento conviviale del pasto era giunto, il papà Salvatore e i bambini Leo e Marta attendevano con un certo appetito la cena e quando chiesero “Cosa c’è? Che ci hai preparato?” la mamma colse al volo l’occasione per presentare al meglio la pietanza, sperando così di evitare dei prevedibili capricci “Vi ho preparato un bel piatto di pasta integrale con i broccoli che se lo mangiate vi fa molto bene, e vi dà tanta energia per fare le cose che più vi piacciono, è un alimento da campioni e la vostra mamma sarà felicissima dei vostri record”.
Leo e Marta si guardarono, anche un po’ sorpresi di tutto quell’entusiasmo, così quando arrivò in tavola accettarono il piatto, anche se Leo rimase per un po’ tra il sospettoso e lo scontento pensando alle patatine fritte del giorno prima, Ma poi osservando la soddisfazione della sorella Marta e del papà, cominciò a mangiare anche lui la pasta cucinata dalla mamma; e che grande sorpresa fu per lui scoprire che era buono! A quel punto, la mamma vedendoli finalmente mangiare senza protestare sorrise felice, e diede a entrambi un bacio sulla guancia.
Se ci vogliamo tutti bene, dobbiamo venire incontro alle esigenze di tutti, e quindi anche a quelle della mamma, che ha sempre ragione! … Anche quando a volte si lamenta che la sua cucina non è un ristorante!
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